lunedì 29 giugno 2009

EVA RACCONTA...4

Ospitiamo ora uno sforzo letterario (in qualche modo lo devo pur chiamare, no? :-DDD ) di uno dei nostri ospiti più fedeli: Il Narratore che, uso a pubblicare i suoi racconti sul suo pregevole blog, oggi ci onora di un suo lavoro. Lo ringraziamo, così come ringraziamo Isy e tutti coloro che hanno voluto e vorranno pubblicare i loro scritti su questo blog un po' anomalo. E diversa dal solito è la tavola composita che RAZ ha elaborato apposta per fare da cornice a questo racconto. Buona lettura! Si era avvicinato a “quel blog” molto lentamente, con una stran

QUEL BLOG

N.d.A: Fatti e personaggi descritti in questo lavoro di fantasia hanno una valenza esclusivamente onirica rilevante ai soli fini letterari.

Ne è esclusa, pertanto, qualsiasi attinenza con la realtà.

Si era avvicinato a quel blog molto faticosamente, con una strana diffidenza che scaturiva dal nulla per defluire viscosamente in qualche ansa segreta delle sue circonvoluzioni cerebrali.

Che su quello strano e pericoloso oggetto aveva disperatamente blindato a tutti. E sopra tutto a sé stesso.

Eppure poco a poco gli si era insinuato nella mente e, come aveva temuto, era diventato prima un incubo e poi una piacevole e trasgressiva ossessione.

L’incubo si era trasformato inesorabilmente in sogno. L’ossessione in desiderio.

La trasgressione in foia animale inutilmente repressa e quindi continuamente sfogata. Giorno dopo giorno. Notte dopo notte.

Durante il sonno l’atmosfera fluida di quel blog gli si era condensata attorno fino a materializzarsi, macigno su macigno, in una buia spelonca. Poi in un antro terrificante, ed infine in un castello a tratti cupo e tenebroso, ma a tratti più luminoso ed orgasmico delle stelle nere che lo sovrastavano.

Sinistre armature di maschi facevano da tappezzeria alle pareti di nuda pietra delle sue sale. Immobili. Ininfluenti.

Diafane trasparenze di femmine vagavano per quegli oscuri ambienti, rallegrandoli per quanto possibile e lasciandosi dietro i loro passi leggeri scie di aromi pregni di essenze afrodisiache.

Le aveva seguite disperatamente per notti e notti quelle scie, come un cane da tartufo in un campo di papaveri, stordito dalle fragranze dell’oppio, abbrutito dal rosso dei fiori, drogato da una passione che si ingigantiva come il suo membro esasperato.

Non sapeva come individuare le tappe del suo percorso, sentiva soltanto di doverlo seguire cancellando i suoi pensieri, soffrendo o godendo di tutto quello che avrebbe incontrato.

Fatti i primi passi si era sentito ardere, improvvisamente immerso nelle fiamme infernali di Hell, bruciando come l’anima dannata di un reo condannato al supplizio di un Tantalo affamato, non di cibo ma di sesso, e circondato da corpi nudi di donne inutilmente offerte ma a lui negate per volontà degli Dei.

Aveva continuato a vagare nel labirinto che quel blog gli aveva calato attorno.

E si era perso nelle spire misteriose ed incomprensibili di pensieri e parole che lo avevano fatto meditare a lungo e solo a conclusione di un lungo percorso era riuscito ad identificarne la fonte. Isy.

Aveva temuto di annegare, ma alla fine era riemerso piacevolmente sorpreso dall’atmosfera battagliera e pugnace della sala delle armi dove lei forgiava alla rivalità ed alla competizione le sue seguaci guerriere.

Si era appena lasciato alle spalle lo sferragliare delle spade ed i colpi sordi delle mazze quando si imbatté in un’alcova fatta soltanto di luci accoglienti e di suoni accattivanti.

Aveva accettato l’invito. Nel sonno, e nel sogno, aveva giocato fino ad estenuarsi con i capezzoli a bottoncino di Giovanna leggendo con lei quel suo racconto erotico che lo aveva portato ai limiti dell’orgasmo. La sua voce arrochita dal desiderio si era mescolata a quella argentina della donna come fossero gli umori di un amplesso infinito che aveva trovato la sua immatura fine in un brusco risveglio notturno, intriso del piacere esploso tra i suoi seni lussureggianti.

Si era riaddormentato, immediatamente risucchiato in quel blog. Sopraffatto dalla sua stessa mente invasata che vagava per le sale del castello alla ricerca delle sue Dee. O delle sue Demoni.

Le rigogliose forme di Anna che attraversava il parco cavalcando a pelo il suo bianco unicorno. Bianco come la pelle che la lunga capigliatura mostrava e celava. Celava e mostrava sotto le stelle ai suoi occhi divenuti per incanto propaggini esasperate di tutti gli altri sensi ormai fuori controllo.

Con il trascorrere del tempo il contrasto tra la luce del giorno, una catarsi che lo avvolgeva, lo purificava ed il buio della notte che lo trascinava nei suoi incubi alterati dalla voluttà lo stava portando oltre il limite della follia.

Barbara gli si materializzò improvvisamente davanti agli occhi. Avvinta ad una figura indistinta quasi fossero due corpi intrecciati di Medusa, lucidi nell’espressione del loro godimento, estremi nel suo raggiungimento.

I sogni si accavallavano, si sovrapponevano, s’intessevano gli uni con gli altri. Trama ed ordito delle sue voglie, delle sue concupite evanescenze.

Riusciva, ormai, a raggiungere la terra di nessuno dove il confine tra il desiderio esacerbato da quelle apparizioni e l’appagamento sessuale si annullava fino a trasformare la sua solida ed incessante penetrazione in densa e tiepida linfa liberatoria.

Erano Streghe o Madonne quelle che lo accompagnavano nel suo cammino infoiato di miti e di tragiche brame?

Gli sovvenne, sogno nel sogno, l’oscura storia di Vittoria mandata al rogo nei Secoli Bui. Salì sul falò in fiamme che ne torturava le tenere carni e bruciò assieme a lei.

Il suo piacere fu tanto intenso ed esuberante che spense il fuoco lasciando i loro corpi nudi a luccicare al firmamento sotto gli sguardi attoniti della plebaglia sporca e vociante che affollava la piazza.

Erano accorsi a cercare il piacere nel fuoco e adesso lo stavano trovando, quel piacere, tra le cosce ardenti delle loro donne, proprio come lui lo faceva tra quelle della sua Strega

Ancora impalata sulla pira lignea ormai spenta, eppure ancora accesa di voluttuosi sollazzi, di lombi ardenti, di violenti colpi delle sue reni frenetiche.

Vagò a lungo dopo quella ardente esperienza, e mentre ancora avvampava dopo aver domato alla sua maniera quelle fiamme, tutte le fiamme, raggiunse la grande sala.

Galeotto fu il libro che nel nuovo sogno incombente scrisse a quattro mani con Nina. Mani sopra il lungo tavolato della sala dei banchetti intente a trasformare in parole i loro giochi leziosi.

Mani sotto il tavolato che senza alcuna esitazione s’intrecciavano cercando affannosamente il piacere assoluto e trovandolo nel guizzare delle cosce e dei sessi, nel frusciare delle sete orientali che fino a qualche istante prima li avevano inutilmente protetti dalle loro smanie di possesso.

Lunghi ed oscuri camminamenti percorsi in preda alla frenesia erotica che lo spingeva ad andare avanti, a non fermarsi fino alla tappa successiva che gli avrebbe donato l’onirico godimento del potere, oppure della contemplazione,

o forse della scoperta.

La stele.

Si stagliava in quella che più che una grande sala aveva assunto improvvisamente l’aspetto di un antro.

Un alto obelisco di marmo rosa come la pelle di una Principessa eretto alla memoria di tutte le deliziose ospiti di quel blog apparse, scomparse e poi riapparse per scomparire di nuovo nei meandri del castello dei sogni proibiti, degli incubi sfiorati, delle fantasie perverse realizzate, dimenticate e rinnovate mille volte per salvarle ancora per qualche ora dall’oblio perenne.

Era stato scolpito dalle mani sapienti degli stessi Dei che avevano creato la donna e che avevano assoggettato quel materiale granitico alla tenerezza delle sue carni.

Morbidi seni di dura roccia , capezzoli appena accennati, cosce tornite come colonne create per sorreggere soltanto il Tempio della Lussuria, visi velati o celati, corpi senza volto, fiori sbocciati, provocatoriamente dischiusi nel mezzo di natiche levigate ed invitanti. E di ventri accoglienti, già bagnati della rugiada dell’attesa.

Se l’era lasciata alle spalle chiedendosi se le avrebbe ritrovate quelle fattezze dimenticate quando fu avvolto all’improvviso da un intenso profumo di agrumi. Una fragranza forte e densa che lo seguì a lungo e nel momento in cui finalmente gli sembrò che lo avesse raggiunto si dissolse lasciandogli tra le mani un fiore di Zagara.

Inseguì lunghi e sontuosi scaloni di pietra, ripide e tortuose scale intagliate nella roccia e si ritrovò, alla fine, ai piedi delle quattro torri.

Sapeva, perché glielo aveva confidato Morfeo stesso, coautore dei suoi incubi, che la prima torre custodiva la preziosa Biblioteca del maniero. La difendeva dagli attacchi del tempo e dei barbari.

Contro l’ampia vetrata della sala dei libri, grandi, polverosi, severi quanto sa esserlo chi tramanda il sapere, si stagliava la diafana figura di Faraluna.

Era intenta a studiare il mondo emerso e la sua varia Umanità. Ma anche quello ancora sommerso per riportarlo alla luce della conoscenza. Ogni delicato gesto delle sue mani che sfioravano appena le pagine che andava girando evocava la promessa di carezze che gli sarebbero sempre state negate. Sognate, anelate ma irraggiungibili persino nella più folle delle visioni.

Una dolce inquietudine lo assalì quando in una notte di luna piena si decise a varcare la soglia della seconda torre, ricavata scavando direttamente la sommità del ruvido massiccio su cui si abbarbicava il castello dei suoi incubi più folli e dei suoi sogni più belli.

Gli si spalmò addosso lentamente, estenuandolo di parole e sensazioni d’amore che scivolarono subito via per raggiungere il loro naturale destinatario.

Quella inquietudine gli restò addosso a lungo, ma non era più tanto dolce.

La terza torre disegnava nell’aria la sua robusta struttura che andava

assottigliandosi mano a mano che si avvicinava al cielo dividendosi, infine, in due altissime cuspidi.

Lui sapeva che ognuno di quei pinnacoli ospitava una delle due gemelle. Le raggiunse e ne godette intensamente.

Quando finalmente approdò alla quarta torre dopo mesi di aneliti insoddisfatti e di segrete voglie, la trovò diversa, totalmente avulsa dal sogno e dal contesto.

Era d’avorio e la Donna che la impreziosiva gli apparve reale come una favola, Regale come una Madonna.

Nelle sue tante illusioni diurne, nelle infinite chimere notturne che lo avevano sino ad allora condotto prima timidamente, poi baldanzosamente a quella torre, lui aveva lasciato nell’aria leggera e frizzante che vi si respirava tutte le piume dei suoi cappelli, tutte le spire dei suoi mantelli.

Tutte le voglie di lei che adesso finalmente gli sorrideva dai mille anfratti delle pareti, dalle inesauribili fonti della luce del Mondo che la baciava e che rinnovata e rinvigorita dalla sua luce di dentro la rendeva un’apparizione divina.

Milady l’attendeva sul suo morbido seggio di caldi broccati e di petali appena dischiusi. Quando la raggiunse il suo trono di Regina si sciolse sul pavimento e lui si sciolse nel corpo che voluttuosamente gli offriva.

Dopo notti e notti agitate di sonni inquieti e di sogni allettanti fino all’orgasmo o perversi sino alla perdizione, al suo ultimo risveglio credette di aver portato a termine l’impresa che il fato gli aveva assegnato.

Ma fu proprio in quell’istante che si rese improvvisamente conto che il suo vero sogno era lì. Che lo poteva godere ad occhi aperti o possedere nel sonno.

Titania, Regina delle Fate, procedeva nel Bosco delle Chimere avvicinandosi a lui avvolta di veli e sorrisi, vestita di gioia e piacere, nuda d’amore.

Mentre la prendeva per possederla, la penetrava per dominarla sollevò lo sguardo e vide incombere sui loro corpi allacciati le 10 tavole di Raz.

Solo allora comprese quale fosse la sua vocazione. In quell’istante capì il vero scopo del suo viaggio in quel blog.

Ringraziò con un pensiero fugace il Maestro e venne godendo del ventre ospitale della Donna dei suoi sogni futuri.

venerdì 26 giugno 2009

EVA RACCONTA...3

Come minac...ehm, PROMESSO, pubblichiamo un altro racconto della nostra amica (si fa per dire) Isy. Corredata, ovviamente, da una tavola di RAZ che ben si attaglia all'erotismo esplicito del racconto in questione. Camera 22

Camera 22

Odio la palestra ma non posso permettermi di snobbarla..uff! Poi chi li sente gli uomini se toccano un culo che non sta appeso ma s’ammoscia . Accidenti a noi che non viviamo senza! Non ci posso credere, casa dolce casa!Via le scarpe insieme a tutto il resto pochi secondi e sono nuda.. che meraviglia, doccia calda e la mia migliore amica nelle serate in solitario. La nutella .

Perché mi guardi così stupido specchio? Si lo so! E’ venerdì sera, ma non è colpa mia se non trovo uno straccio d’uomo che mi si pigli seriamente, ed ho solo amiche stanche. Chissà poi di cosa, sono tutte single.

Che viziaccio, sdraiarmi ancora bagnata sul divano, però mi piace e lo faccio. Tra poco attacco il film, oggi niente cena sono a dieta la nutella non conta, questa sera mi concedo il Top, Almodovar “Non ti muovere”.

Assumo posizione relax, gambe all’aria e testa in giù, il mondo è troppo noioso se non cambi mai prospettiva.

Questo muro è pieno di impronte… papà non sarebbe contento.. e allora?? Vivo sola ho 35 anni e sono una indipendente IO, però che palle, a volte (spesso) un po’di compagnia non guasterebbe. Ah! Ci risiamo! La smetti! Sono solo dettagli la solitudine non è una condizione permanente (speriamo), goditela!

Amo questo film, mi fa piangere mentre mi eccito, è inverosimile ma è così, romantico da morire ma porco abbastanza da farti arrapare. Mio Dio sono patetica, ma che ci posso fare se ho una fica nella media. Tira come alle altre.

Oh! No! Non posso resistere, Castellito affonda impietoso nel lato B della Gerini, nooooo! Non di nuovo! Mi ero ripromessa di non farlo più, ma è più forte di me, ho voglia di godere anche io.

Dopo un accenno d’esitazione, porto la mano alla bocca mentre divarico le gambe sul muro, succhio le dita tutte insieme bagnandole senza ritegno, le lascio scivolare sul seno, gioco piano con i capezzoli in erezione, l’altra mano si muove fra le gambe, sento l’eccitazione crescere con l’aumentare del respiro di Lui, sollevo il volume della Tv, ora ho fretta non posso aspettare, tocco affamata ogni punto nascosto della mia femminilità più donna, sono immersa nei miei umori, mi penetro fino al limite della sopportazione, il piacere crescere ed un orgasmo pazzesco monta dentro me..una contrazione infinita ahhhhhhh! poi mi lascio andare sfiancata sul divano. A volte mi chiedo come sia possibile sfinire se tessi.

No così non và!L’occhio lucido cade sul giornale ancora aperto sulla sedia, e questo cos’è?..

Vuoi farti un regalo? Usa me! La formula è “ paghi solo se godi! Chiama adesso!”.

Non se ne parla! Non pensare per un solo secondo di fare una cosa simile, lascia subito quel cellulare sul tavolo. Dicono che parlare soli non sia un buon sintomo, io ormai ci sono abituata, non è ne così grave ne contagioso. Almeno credo.

Emm..Pronto? chiamo per quell’inserzione sul giornale……………. perfetto! A domani.

Non ho mai fatto una cosa simile!

Cosa mi è saltato in mente! Rispondere ad un annuncio di quel genere.

E’ inutile rimuginarci su ormai sono qui e ci incontreremo come d’accordo , magari ci piaceremo, o magari no . Ma chi se ne frega! Sono mesi che non vedo neanche l’ombra di un orgasmo a due , sono stanca ed ho voglia di godere. Si! Ho voglia di Scopare! Pensare di fare l’amore di questi tempi è solo un’utopia.

Arriva! E’ bello come il sole, uno strano friccichio mi sconvolge lo stomaco, non mi stacca gli occhi di dosso, leggo desiderio in ogni suo gesto, l’eccitazione arriva al culmine quando poggia la mano fra i miei capelli dicendo:”il nero mi piace! Vogliamo andare?”

La camera 22 è pronta , profumi d’incenso, lenzuola rosso fuoco e specchi ovunque, sembravano riflettere ed aumentare quella voglia di trasgressione che cresce pian piano. Non faccio in tempo ad arrivare sul letto, al centro della stanza sono già nuda e bagnata dai miei umori impazziti.

Lui mi guarda senza toccarmi mai! Si avvicina alla porta del bagno, apre e lascia entrare una bellissima ragazza bionda con in dosso solo un perizoma di pizzo, sorride e …. “adesso ci scaldiamo un po’, poi avrai il resto.”

Sono confusa, non capisco che succede, ma dopo pochi attimi sono coinvolta in una strana lotta….

Finale lesbo..

I nostri corpi sono troppo vicini, lei è insaziabile, gusta ogni parte di me con forza, come un’animale esplora, cerca e trova qualsiasi cosa odori di sesso. Si placa. Mi guarda negli occhi, porta le dita alla bocca leccandole con malizia, poi le sposta sul seno gioca con i miei capezzoli, continua , scende più giù, arriva al ventre e ancora più in fondo .

Mi spinge con violenza sul pavimento afferrandomi per i capelli, in quell’istante prendo atto che devo reagire, guardo spaventata la mia immagine riflessa, provo desiderio nient’altro che per me stessa, voglio vedermi godere. Non importa come.

Artiglio senza pietà quei seni gonfi e perfetti portandoli alle labbra, sento mani affusolate infilarsi fra le cosce, sto per cedere ad un orgasmo. Mi fermo, non è ancora il momento.

Non ho il tempo di fiatare, sono preda di un’imbarazzante posizione di intrecci, percepisco la pressione del pube caldo di quella donna sulla mia pelle bagnata, fica contro fica, provo turbamento misto ad una piacevole sensazione, i suoi umori inzuppano quel minuscolo perizoma, con una mossa decisa lo strappo via. Tutto di noi si sfrega lentamente nel tentativo di liberarci. Incollato al mio, quel clitoride è così turgido da sembrare quasi un cazzo desideroso di scopare, lei capisce cosa voglio e me lo concede. Inarca la schiena e si muove seguendo il ritmo del respiro che aumenta d’intensità, bastano pochi secondi, una pressione determinata e sento la fica contrarsi, provo quasi dolore, il ventre è in preda ad incredibili convulsioni, non ho mai provato un orgasmo così intenso, la mia avversaria gode ed ansima come impazzita, amplifico il movimento dei suoi fianchi accompagnandolo con le mani. Appaga i miei sensi e dopo aver assolto il suo compito, scioglie le gambe da quell’intreccio con fare disinvolto, si alza lasciandomi stremata sul pavimento, mi guardo ancora una volta, spero che gli specchi dimentichino in fretta ciò che hanno appena visto, lei saluta educatamente e và via. Non posso credere sia io quell’immagine riflessa! Sollevo lo sguardo e lui è lì, nudo che sorride ancora, mi aiuta a sollevarmi, mi riveste con dolcezza, mi porge la mano.. “ è stato un piacere, spero di risentirti presto”. Ringrazio pago e scappo via.

Finale etero

Sento mani candide afferrarmi le natiche, provo dolore ma non mi lamento, non voglio farla smettere. Emetto gemiti di piacere, labbra carnose si schiudono sui miei seni succhiando i capezzoli, lui si gode lo spettacolo nudo sulla poltrona, è in preda ad un’erezione incredibilmente bella. Sorride come solo un dio sa fare, mentre arriva all’apice del piacere inondandoci con la sua calda voglia. Lo immagino mentre affonda dentro me, sento il suo profumo d’uomo penetrarmi, in quel preciso istante vengo scossa da un orgasmo improvviso, ogni centimetro del mio corpo gode ed io con lui.”

Si avvicina, spinge via l’ avversaria, mi ritrovo in ginocchio, lui segue lentamente il profilo della mia bocca con il cazzo inondato, mi adagia sul pavimento. Carezze sapienti costringono le mie gambe ad aprirsi, bacia ogni cosa di me per poi fermarsi “lì”. La sua lingua regala l’essenza del piacere privo di qualsiasi orpello, solo piacere e niente più. Il calore di quelle mani esalta la mia eccitazione, il respiro aumenta, un orgasmo profondo sfinisce il mio ventre. Solo quando tutti i muscoli del mio corpo smettono di contrarsi lui interrompe. Sono stanca, sfinita, voglio solo andare a casa. Mi alzo, faccio una doccia, mi rivesto, ringrazio, pago e vado via.

martedì 23 giugno 2009

LA BABELE DI CLEIDE

...ed ecco in due versioni speculari, quella in bianco e nero e quella finale in chiaroscuro, la tavola creata da RAZ su suggerimento di CLEIDE, vincitrice del piccolo concorso "Scopri l'Autore", ed a lei dedicata...

lunedì 22 giugno 2009

JESSICA vs JESSICA in b/n

In attesa del prossimo racconto, pubblichiamo uno dei "classici" di RAZ: la sua interpretazione "sdoppiata" di Jessica Rabbit, nella versione in bianco-e-nero...

mercoledì 17 giugno 2009

RAZ SENZA VELI: EROSUMO, parte seconda

Centra
Allinea a destra
Inizia lo scontro, ed è già un programma, l'EROSUMO è stato concepito in modo da mettere subito a contatto tutti i punti che nelle donne sono i più erogeni. (seni, addome, fianchi) e volenti o nolenti le atlete per superarsi devono per forza esercitare pressione su di essi che diventano il fulcro della lotta, tutta la forza che le atlete mettono nella competizione si scarica su di loro. Così è infatti, le nostre signore sono subito a stretto contatto con tutti questi punti,si rendono conto che quello che così incautamente si sono prestate ad offrirci può essere qualcosa di più di quanto loro stesse avrebbero mai immaginato. Sono ancora in piedi, alternativamente si sollevano dal suolo, noi contavamo molto sul fatto che le forze fossero equilibrate, constatiamo, con piacere, ke anche su questo non ci eravamo sbagliati... perfetto!

E' un particolare molto importante, se c'è disparità di forze il match dura poco e l'effetto erotico scade di molto, invece no, si equivalgono, questo dovrebbe garantire all'incontro una maggiore durata e quindi un sempre crescente aumento dell' intensità della lotta e di conseguenza della libido, notiamo anche che, dopo un inizio piuttosto timido e comprensibilmente impacciato, si stanno scaldando, nessuna delle due vuole perdere. Altro punto a nostro favore! Ormai sudiamo copiosamente, forse più di loro. abbiamo la salivazione azzerata, abbiamo i nervi del collo tesi come lo sono i loro muscoli. Le nostre signore sono ormai prese dalla competizione, ma non ancora fino al punto di non accorgersi di noi e di quello che stiamo provando, i loro ventri piatti e duri sono a contatto e i loro pubi pericolosamente vicini, quel contatto lo vogliono assolutamente evitare, SAREBBE DAVVERO TROPPO! Per diminuire l'effetto optano per un distacco delle parti più "pericolose" ma così facendo sono costrette a scaricare il massimo della pressione sui seni, fate, fate pure, anche questo non ci dispiace. Il contatto dei loro seni sodi non è meno eccitante, ma può essere doloroso, non si può resistere a lungo, non solo, ma tirandosi per gli slip nell'intento di allontanare i fianchi, la semplice trazione fa in modo ke gli stessi slip vadano a sollecitare il pube, e l'èffetto anti-eccitamento non diminuisce certamente. Ci dispiace ma anche questo era calcolato. Ora la stanchezza comincia a farsi sentire, l'EROSUMO è una disciplina molto faticosa e pur essendo non violenta, richiede un elevato dispendio di energie, le nostre mogli scelgono di continuare il combattimento a tappeto, si lasciano cadere senza ke nessuna abbia fatto perdere l'equilibrio all'altra. FINALMENTE! Era qui ke le volevamo portare, da qui in avanti comincia un altro match. Le vediamo battersi con una foga straordinaria, mentre si rotolano a terra cominciano a dirsi delle cose: - Ce la stai mettendo tutta per battermi eh? - Senti chi parla, hai cominciato tu ad andare sul pesante! - Allora sappi che questo incontro voglio vincerlo io! - Vediamo a chi ha fatto meglio questo bel pò di palestra! Cominciamo anche noi a tifare a gran voce, sappiamo ke adesso non daranno seguito alle loro minacce, non fermeranno più l'incontro, andranno fino alla fine. A noi non interessa molto ke vinca una o l'altra, sono entrambe stupendamente grandi, ma se tifiamo aumentiamo ancora il loro furore agonistico, ammesso che ce ne sia bisogno. I loro corpi abbronzati e lucidi di sudore sono talmente allacciati da sembrare tutt'uno, sotto quella luce da night sono di una bellezza da togliere il fiato, infatti noi siamo letteralmente in apnea. Assistiamo a colpi ke non sospettavamo potessero essere nel loro repertorio, ponti per disarcionarsi, non appena una è sopra in men ke non si dica si ritrova sotto, poi, di nuovo sopra, tentativi di soffocamento con i seni, e innumerevoli altre "chicche". Continuano a rotolarsi, ormai hanno completamente perso la testa, non si preoccupano più di noi, si ansimano in faccia, le loro labbra inferiori si sfiorano più e più volte, se non ci fossimo noi siamo sicuri ke si bacerebbero. STRAP! Ci siamo, anche gli slip hanno ceduto, adesso le loro mani sono libere, ma chi se ne frega, anche se tutte le regole sono saltate, questo match non s'ha da fermare. Le gambe muscolose delle nostre signore, dopo un gran mulinare, si allacciano e si aggrovigliano, siamo ad una chiave articolare di mostruosa potenza sembrano volersi stritolare i fianchi, i loro garretti sono due tenaglie ke si mordono. Non c'è niente da fare ormai sono arrivate al tanto temuto da loro ma agognato da noi, contatto pubico, ci pregano di fermarle e di farle scavallare, ma noi, ovviamente, facciamo orecchie da mercante, per farla breve, non ci pensiamo proprio, anzi, noi ke a questo punto, abbiamo perso anche il più piccolo briciolo di ritegno, le incitiamo, le scongiuriamo di continuare. Del resto non ci credevano nemmeno loro, dal momento ke avevano già cominciato a strofinarsi con sempre crescente vigoria. I nostri membri sono talmente tesi ke sembra si vogliano addirittura sradicare. Rimaniamo esterefatti quando le sentiamo dirsi: - Hai capito dove ci volevano portare questi due marpioni? - Certo, a questo punto non vedo perchè non dargli quello che vogliono... Detto fatto, si sciolgono dall'abbraccio e assumono quella certa posizione... sedute, una di fronte all'altra, si guardano e guardano verso di noi con quell'espressione furbetta e un pò porca di cui le donne, quando vogliono, sono capaci, mentre con lentezza esasperante incrociano i loro splendidi, poderosi garretti..... Non possiamo crederci, sono le nostre mogli quelle!? E... e... cosa ci stanno regalando!?!? In quel preciso istante i nostri membri non ce la fanno più a resistere, esplodono straripando come il Vajont senza neanche il bisogno di toccarli. -by Razor-******

N.d.A. *Erosumo è stato scritto in modo da sembrare autobiografico, un subdolo espediente per cercare di aumentare la curiosità.

In realtà (ahimè!) sempre di "fantasia" si tratta. :-)))*

martedì 16 giugno 2009

RAZ SENZA VELI: EROSUMO, parte prima

Nella nostra serie di racconti appena inaugurata, non poteva mancarne uno di Raz: testo, e illustrazioni fumettistiche tipo "folder", nella migliore tradizione UNDERGROUND...Eric Stanton docet... ...il racconto è EROSUMO, già parte del catalogo di Raz, e che alcuni di voi già conoscono...

Sono consapevole ke con questo racconto mi tirerò addosso fulmini e starli, ma chissefrega: meglio bruciare subito ke spegnersi lentamente. Come la maggior parte di voi sa ho la passione del fumetto erotico, più precisamente: per una certa branchia del fumetto erotico, la lotta femminile ke trovo molto eccitante. Pensandoci su mi sono chiesto: cosa potesse rendere il tutto ancora più intrigante ed eccitante all'ennesima potenza. La risposta è arrivata dopo lunghi ragionamenti e riflessioni parlandone con un mio carissimo amico (ci conosciamo fin da ragazzini) e non abbiamo segreti l'uno per l'altro, lui al contrario di me, è un tipo molto riflessivo, che sono invece istintivo e passionale, difetti questi che mi portano spesso a fare passi avventati e che possono quindi rivelarsi pericolosi, un tipo come lui, anche un pò pignolo e in alcuni casi perfino "cacadubbi" mi è molto utile, è la parte che mi manca. Così, a furia di ragionarci su, abbiamo inventato L'EROSUMO. CHE COS'E' L'EROSUMO? Un cocktail micidiale tra eros e sport, o meglio ancora, tra eros e un arte marziale, il sumo, EROSUMO...appunto. COME FUNZIONA? Bèh, tanto per cominciare, ci vogliono ovviamente gli ingredienti essenziali, ossia due rappresentanti del "gentil sesso" che rispondano a questi requisiti: 1°- Caratteristiche fisiche molto simili tra loro -(altezza, peso, età). 2°- Abbigliamento molto succinto- (ma non il nudo integrale). 3°- Avvenenza- ( bellezza e fisico atletico). Si tratta di una disciplina assolutamente incruenta (è quasi impossibile farsi male e non si può trascendere), Le regole sono poche e semplici: le atlete si affrontano all'interno di un "tatami" quante balle, un normalissimo tappeto va benissimo. L'abbigliamento è essenziale, solo un paio di tanga che però devono essere fatti di un materiale leggero ma resistente nello stesso tempo alle trazioni, sì perchè i polsi delle atlete verranno legati e fissati ai fianchi del tanga della rispettiva avversaria in modo che le mani non possano mai staccarsi da quella posizione. Come nel Sumo un' atleta dovrà trascinare o spingere l'altra al di fuori del tatami, oppure schienarla o immobilizzarla per almeno 3 secondi, tutto questo al meglio delle 3 volte all'interno di 3 round della durata di 3 minuti l'uno, se si verificasse una di queste condizioni l'incontro verrà dichiarato vinto per fuori combattimento o per abbandono. Naturalmente se le forze in competizione sono molto equilibrate queste condizioni possono non verificarsi, in questo caso, alle atlete viene data la possibiltà di scegliere se terminare l'incontro, che verrà assegnato o ai punti o giudicato in parità, oppure se disputare, di comune accordo tra loro, un round supplementare della durata di 5 minuti. A questo punto se mi chiedete che cos'ha di più eccitante questa disciplina rispetto ad altre, bèh sappiate che L'EROSUMO E' STATO TESTATO! ... Le nostre rispettive consorti si sono gentilmente prestate a testarlo. Adesso esagero, in realtà non è stato facile convincerle, avevamo paura che ci tacciassero di vojerismo e confesso che abbiamo dovuto metterci del coraggio per per proporre loro una cosa di tale portata e se le nostre "signore" non fossero state in possesso di une "fisique du role" alquanto adeguato (le nostre signore, oltre che essere, a loro volta molto amiche, sono anche piuttosto avvenenti e hanno in dotazione, a dispetto dell'età, non più verdissima, due corpi tonici e muscolosi grazie ad un assiduo lavoro di palestra, in particolare praticano spinning e hanno gambe pittosto potenti, il che non guasta, anzi... non avremmo mai trovato l'ardire, ma di fronte a caratteristiche fisiche così, capirete che il rischio valeva la candela, inoltre l'idea che fossero proprio loro a testare la nostra invenzione, non lo nego, ci intrigava non poco. Affrontando l'argomento, prendendolo alla lontana, usando tutto il tatto possibile immaginabile e cercando di non urtare in alcun modo la loro suscettibilità, alla fine ci siamo riusciti. Abbiamo incontrato una certa resistenza, che d'altronde ci aspettavamo, ma alla fine della fiera, neanche più di tanto, ci aspettavamo di peggio, segno che la cosa, forse, così come gliel'avevamo prospettata, cominciava a incuriosire anche loro .........E, alla fine, EUREKA! HANNO ACCONSENTITO!! Non ci credevamo nemmeno noi, ce l'avevamo fatta!...............Angeli del Paradiso!!! Quella sera, come ogni sabato sera, era consuetudine trovarsi tutti e quattro in casa di una o dell'altra coppia per cenare piacevolmente insieme, come ho già detto siamo tutti davvero molto affiatati tant'è che condividiamo anche le ferie, quel sabato ci trovavamo a casa nostra, in sala e dopo avere fatto un pò di spazio intorno, spostando tavolino e qualche altro mobiletto che poteva essere pericoloso oltre ke ingombrante, noi "maschietti" ci siamo comodamente seduti sul divano, pronti a goderci lo "spettacolino privato". Non stavamo più nella pelle, eravamo ansiosi di vedere gli "effetti" che la nostra intuizione avrebbe prodotto, sia su di noi ma soprattutto su di loro, non ne conoscevamo ancora l'entità ma ke ve ne sarebbero stati tanti ne eravamo certi. Già l'assistere alla loro preparazione per quel, chiamiamolo "test", era già di per sè di un eccitante notevole. Mentre, lentamente, si spogliavano ci ammonivano ora una, ora l'altra, di non divertirci troppo, di evitare commenti piccanti altrimenti avrebbero smesso immediatamente di battersi lasciandoci in preda ad una probabile, dolorosissima erezione e.....

- ATTENZIONE al cuore! Alla vostra età non c'è da scherzare, l'infarto è sempre in agguato

ci prendevano anche per i fondelli, come dar loro torto? Due uomini maturi con l'espressione di due dodicenni segaioli davanti ad un film porno, ce ne rendevamo conto e ci vergognavamo anche un pò ma l'aspettativa per quell'incontro superava di gran lunga, il disagio che manifestavamo. Rimangono con i soli tanga, neri e molto sensuali, hanno corpi che, vi garantisco, donne anche parecchio più giovani di loro, invidierebbero, le ferie sono trascorse da poco e sono ancora stupendamente abbronzati.....e...tonici. Si avvicinano guardandosi negli occhi afferrando, secondo le regole, ognuna gli slip dell'altra all'altezza dei fianchi. Adesso siamo noi ad avvisarle:

- Ocio! la prima che stacca anche una sola mano perde l'incontro.>> - Non sappiamo se reggeranno>> - Fa niente, vedremo di passarci sopra>> commentiamo con un risolino stupido. - Ehi! Abbiamo detto niente battute se no come ci siamo spogliate ci rivestiamo.>> - Ok, ok, chi ha detto niente!?>> la sola minaccia ci fa accapponare la pelle, dovremo fare molta attenzione.

(continua)

N.d.A. *Erosumo è stato scritto in modo da sembrare autobiografico, un subdolo espediente per cercare di aumentare la curiosità.

In realtà (ahimè!) sempre di "fantasia" si tratta. :-)))*

RAZ

lunedì 15 giugno 2009

EVA RACCONTA... 2

Dopo lo strepitoso successo ottenuto dal primo raccontino di Isy, abbiamo deciso di dare spazio ai nostri autori letterari oltre che all'arte grafica. Soprattutto perché abbiamo molto apprezzato l'effetto DISTENSIVO ed il clima AMICHEVOLE che si sono diffusi nel blog grazie al primo "excursus" nella narrativa. Pubblichiamo quindi un racconto breve di MARCOS, di genere che definiremmo "truciderotico", corredato di un'illustrazione di RAZ. Come direbbero gli americani: "enjoy!!!" :-DDD Oronzo aprì un occhio

Oronzo aprì un occhio . L’altro non ci riusciva , per via delle crosticine delle ciglia .

Un filo di luce filtrava dall’avvolgibile , subito offuscato da una nuvola . Che giornata dimmerda ! Una cosa informe ronfava accanto a lui . Chi è questa vecchia grassa nel mio letto ? Era sua moglie …… e lo era ancora , purtroppo .

In bocca aveva una fanghiglia ……. Quei cazzo di peperoni ……

Sua moglie Teresina dormiva profondamente . Era il momento giusto . Una fragorosa flatulenza gli diede sollievo al ventre . “ E fatti curare , Lord Carrington !” biascicò la sua signora . Cazzo , era sveglia ! Oronzo si accorse che aveva un’erezione in corso . Miracoli dell’ipertrofia prostatica . In un impeto di orgoglio volle rendere partecipe Teresina di quella ritrovata mascolinità . Si girò e glielo appoggiò fra un rotolo e l’altro della schiena . “Ahò scemo , ti sei dimenticato le chiavi in tasca ….” commentò Teresina . Che sciocca , pensò Oronzo . Ma in fondo era il suo amore , e forse l’amava ancora . “Senti , Tere , mi è venuta una voglia strana …..”

Lei girò il collo taurino “ehhhhhhhh ??” Una zaffata di aglio lo investì in pieno volto , facendogli quasi perdere i sensi . “No , niente , Tere . Niente . Dormi , va …” .

Aò , Oronzo , se vuoi il baccalà fritto col cavolo , te lo faccio , ma me devi comprà il cavolo , eh ?” Oronzo decise che era meglio alzarsi , prima di pisciarsi addosso .

Allungò una gamba fuori dal letto ma le mutande ascellari Cagi gli segavano i coglioni . Allora agilmente scese di colpo con entrambe le gambe . Atterrò sul gatto che stava dormendo ignaro sullo scendiletto . Il gatto strillò e gli si avvolse intorno alle caviglie , graffiandolo e mordendolo . Oronzo diede un calcio al gatto ma centrò l’orinale pieno che volò , spargendo il piscio di due giorni tutto intorno e centrando alfine l’ultimo prezioso Capodimonte sul comò . Il gatto si era rifugiato sul lampadario e dondolava , tanto che vomitò le crocchette di alce e maggiorana della sera prima sul letto . Teresina alzò un pochino la testa con i bigodini e sporca del vomito del gatto e con voce catarrosa disse “ A Oronzo …… ma perché non lavori anche alla domenica , così me lasci dormire in pace e nun rompi i coglioni , a me e a quel povero gatto , che è pure più stronzo de te ……. “

Oronzo si guardò intorno . Non trovò nulla di abbastanza pesante da finirla in pochi colpi e allora andò in bagno , non prima di essersi frantumato il mignolo del piede nella porta , che Teresina lasciava sempre a metà .

Era ancora in piena erezione , quindi metà la fece sulle piastrelle verdoline e sul rotolo della carta igienica , il resto sui piedi perché gli si era ammosciato in un microsecondo . Non tirò neppure l’acqua perché non aveva centrato la tazza manco per niente . Pensò per un attimo di masturbarsi , come da ragazzo , pensando a Bianca Berlinguer , ma non riusciva ad afferrarsi il pipiriolo . Gli sfuggiva come un moscardino bagnato . Di là in camera , la Teresina , finalmente sola nel letto , scorreggiava come un cammello con la colite .

Oronzo si guardò nello specchio e iniziò a piangere silenziosamente, mentre il gatto raspava nella lettiera .

MARCOS

sabato 13 giugno 2009

OMAGGIO A...

...due nostre amiche delle quali non faremo i nomi, ma che non vi sarà dificile individuare... CONCORSO "SCOPRI L'AUTORE": La vincitrice è CLEIDE, che ha individuato correttamente in ISY l'autrice del racconto pubblicato. Invitiamo pertanto Cleide a indicare un soggetto di suo gradimento per una tavola di RAZ da pubblicare prossimamente sul blog. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato!!!

giovedì 11 giugno 2009

CONCORSO "SCOPRI L'AUTORE"

Pubblichiamo, corredato da un'illustrazione di RAZ, un breve racconto pervenutoci oggi, del quale proponiamo di individuare l'autore. Il primo ospite di Eva che indovinerà, avrà il diritto di indicare un soggetto sul quale RAZ creerà appositamente una tavola. P.S. Dal premio in palio sono esclusi Marcos e Maurizio: abbiamo paura di cosa potrebbero scegliere come soggetto della tavola...:-DDDD Si spiavano, lo sguardo timido cadeva sempre lì, dove le curve

Si spiavano, lo sguardo timido cadeva sempre lì, dove le curve si trasformano in desiderio. Lara era sconvolta, quel corpo nudo risvegliava in lei emozioni forti, sentiva umori improvvisi scivolare sulle cosce, non era la prima volta che lo vedeva, spesso capitava dormissero insieme e solo un lenzuolo a coprire la pelle. Erano giorni in cui il pensiero penetrava la mente sconvolgendo il suo fragile equilibrio, Luca era sparito solo da una settimana ed aveva deciso di dare un taglio ai sentimenti. Eppure voleva allungare la mano ed accarezzare quella pelle morbida e ambrata, quelle curve quasi perfette, voleva baciare labbra, per sentire com'è il fuoco. Voleva regalare e condividere piacere, cresceva in lei il bisogno di sentire quel sapore, di giocare fra le sue gambe con la lingua impazzita, di mordere, leccare, toccare e vedere quel corpo inarcarsi, prostrandosi alla passione.La piccola porta del box doccia da cui aveva spiato fino a quel momento, si aprì, ed una mano delicata carezzo il suo seno nudo..

"Vieni disse Lucrezia .. Ho voglia di te."

Ora quello spazio sembrava troppo piccolo, corpi nudi si sfioravano ed il respiro divenne affanno. Lucrezia poggiò i seni morbidi e prorompenti sulle sue spalle portando le mani fra le cosce leggermente aperte ed iniziò a giocare con il clitoride ormai gonfio, Lara sentiva il piacere crescere e diventare voglia infinita di possedere, si girò con fare deciso e leccò avida i capezzoli turgidi della sua Amica, ormai i gemiti erano diventati urla, ed i fianchi si muovevano come impazziti, si inginocchiò e con carezze delicate costrinse Lucrezia a mostrare la fica bagnata in tutto il suo splendore, la baciò giocando con la lingua, mentre l’acqua scivolava calda su quei corpi straziati dal piacere.

Quella sera Lara si preparava ad uscire con Marco (un tipo interessante conosciuto in una galleria d’arte), pensò che nella vita l’assurdo è ciò che accade più spesso, e sorrise.

martedì 9 giugno 2009

RAZ SCONOSCIUTO, 6

...e ora presentiamo qualcosa di diverso: uno schizzo (prego gli onanisti di non fare battute) del nostro Raz. Pochi tratti che ci restituiscono un'immagine chiara nei contenuti e di grande dinamismo. E lo schizzo, nella sua semplicità, è una prova della maestria della mano (v'ho già detto...non fate battute...) :-DDDDD

lunedì 8 giugno 2009

RAZ SCONOSCIUTO, 5

Stimolato da Maurizio, che ormai pressoché quotidianamente sposta in avanti i limiti del lecito, presento un'opera di insolita audacia illustrativa: un dipinto di un RAZ particolarmente maia...ehm, ISPIRATO... :-DDD

venerdì 5 giugno 2009

RAZ-VIVAL, 1

Su richiesta di GIULIO, tra i nostri più fedeli "seguaci", e in ossequio ad una sua propensione che condividiamo, ri-pubblichiamo con piacere la tavola HELL vs MISTY, la cui "prima" risale al torneo dell'anno scorso, e che riteniamo sia una delle tavole più riuscite di quella serie...

giovedì 4 giugno 2009

NETTEZZA INURBANA

Il problema dei rifiuti di Palermo si aggiunge a quello dei rifiuti di Napoli: Antonio ne ha parlato seriamente nel suo blog, aggiungendo un'immagine - da lui ideata e realizzata da RAZ - che riportiamo in piccolo. Noi siamo ludici, e in chiave ludica reinterpretiamo il tutto, abituati come siamo a scherzare su qualsiasi cosa, per seria che sia. Così, ecco le due rappresentanti delle due metropoli del sud che, nella migliore tradizione italiana delle "guerre tra poveri", si scambiano insulti dialettali e si impegnano in una anomala "lotta dei cuscini" combattuta con i sacchi della spazzatura. E, per quanto ludici e scherzosi, non possiamo fare a meno di PORCI (parliamo di monnezza...) una domanda: non dovrebbe essere qualcun altro ad essere preso a "saccate"?

mercoledì 3 giugno 2009

NIK, 2

Secondo saggio dell'arte del carrarese Nik Guerra: un "gotico - noir" alquanto insolito, che nel soggetto richiama alla memoria alcuni dei primi "folders" di Stanton e Jim. La mano è assolutamente diversa, più "italianizzata": il che non è certamente un difetto. Rimane chiara l'ispirazione Underground...

lunedì 1 giugno 2009

NIK, 1

Tra i migliori "figli" dell'Underground non mancano alcuni italiani. Abbiamo già incontrato RAM, e oggi presentiamo il carrarese Nik Guerra, grande interprete del "gotico" e del "pop", ma chiaramente erede della tradizione Under. "Magenta" è il suo personaggio principe. E, tra le sue opere più importanti, una si intitola "Invitation to Hell"...vi dice nulla? :-DDD